Se questo è un uomo è un’opera capitale non solo per la storia della letteratura italiana, ma un autentico caposaldo della memorialistica novecentesca e una delle testimonianze più vivide, se non la più vivida, delle atrocità dei campi di concentramento e sterminio nazisti.
Alle spalle di quest’opera capitale, però, si celano a sua volta altre storie: innanzitutto quella del suo autore, di un Primo Levi tornato dalle atrocità vissute nell’Est che prova a ricostruire la sua vita, lavorando di giorno come chimico alla
Duco-Montecatini di Avigliana, e passando le notti chino sul foglio a metter su carta le sue memorie,
costruendo quella che sarebbe diventata la sua opera prima.
Poi, la storia del libro: un capolavoro che faticò a veder la luce, in un dopoguerra dove non si voleva più parlare né ascoltare di dolore; un capolavoro che circolò per anni quasi sottobanco, in una prima edizione scarna e misconosciuta.
opera prima racconta le tre dimensioni di Se questo è un uomo, a partire dall’opera e dagli altri lavori di Primo Levi, lungo quel percorso che ha reso la storia di un superstite dei campi di sterminio nazisti un patrimonio dell’Umanità